Insetti commestibili, fonte foto: IlSole24Ore.com

I 10 alimenti contenenti insetti e che non sapevate di mangiare

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Alimenti contenenti insetti: qual è il loro consumo (consapevole e non)? Gli insetti commestibili, ormai da qualche tempo sono entrati a far parte del “cibo del futuro”. Di recente anche l’Unione Europea ha dato il suo via libera alla commercializzazione di insetti come ingredienti per l’alimentazione umana.

E’ ormai cosa nota che le proteine derivanti dagli insetti, secondo l’Ue sarebbero una validissima alternativa a quelle animali, sotto vari profili: da quello legato all’impatto ambientale (in termini di maggiore sostenibilità) così come dal punto di vista nutrizionale e sociale. Mentre anche in Italia il dibattito sul consumo di insetti si fa sempre più acceso, non tutti sanno che in realtà già da tempo mangiamo insetti pur senza saperlo.

Insetti negli alimenti che già mangiamo

Larve della farina, locuste e grilli: dal 26 gennaio scorso, questi insetti hanno ottenuto il via libera dell’Ue come nuovo alimento. Molto probabilmente a questi si aggiungeranno nuovi insetti (altre otto domande sono in lista di attesa), accendendo ulteriormente il dibattito. Non tutti, infatti, sono ancora del tutto convinti della produzione e del consumo di insetti commestibili, eppure anche coloro che inorridiscono all’idea di sgranocchiare chips a base di grilli o locuste potrebbero stupirsi per ciò che stanno per apprendere.

Molti alimenti contengono infatti componenti prodotti a partire da insetti. Non sono poi da ignorare tutti quelli che per errore finiscono nei nostri piatti.

Già verso la fine dell’Ottocento in Italia erano diffuse alcune ricette a base di coleotteri. Mentre oggi sono ormai numerosi gli alimenti a base di insetti, sono altrettanti gli alimenti che li contengono.

I cibi che li contengono

Fonte foto Pixabay
Fonte foto Pixabay

Cosa avrebbero in comune le classiche caramelle gommose, yogurt alla fragola, bevande energetiche, spritz o succo d’arancia rosso? La risposta più “banale” sarebbe legata proprio al loro colore rosso. Ma in che modo si ottiene? Si tratta del risultato di un particolare colorante naturale che è prodotto dall’essiccazione della cocciniglia (nome tecnico Dactylopius), ovvero un piccolissimo insetto appartenente alla famiglia della coccinella.

Questo insetto bianco appartenente alla famiglia della coccoidea vive soprattutto sui cactus (ma anche sulle pale dei fichi d’India) ed è molto diffuso in America del Sud ed America centrale. Da esso viene estratto un colorante naturale rosso acceso ottenuto dalla macinazione dell’esoscheletro degli insetti. Una volta ridotto in polvere ed unito all’acqua calda, si ottiene una tinta rossa che viene impiegata sia in ambito alimentare (con la sigla E120) che nella lavorazione dei tessuti.

Per ottenere un chilo di questo colorante occorrono da 80 mila a 100 mila esemplari di cocciniglia. Gli insetti, considerati contaminanti alimentari comuni, sono tollerati nell’industria alimentare entro alcune soglie.

Sebbene per ragioni etiche, di sicurezza e di marketing sia stato quasi del tutto sostituito da sostanze sintetiche o di origine vegetale, il colorante alimentare E120 estratto da un insetto è ancora presente in molti alimenti di uso comune.

Strettamente connesso a questo colorante c’è un’altra sostanza, la gommalacca, che nelle etichette è nota come E904. Consiste esattamente in una secrezione resinosa prodotta dalla cocciniglia della lacca o Kerria lacca, usata per lucidare la frutta o come agente di rivestimento.

Ma quali sono gli alimenti che contengono in particolare il colorante indicato con la sigla E120 e che viene prodotto a partire dalle femmine gravide di cocciniglia?

  1. Caramelle gommose: sono tante quelle attualmente in commercio, tra cui le celebri caramelle a forma di orsetto, che riportano sulla propria etichetta la presenza del colorante E120 (e in taluni casi anche della gommalacca E904.
  2. Surimi: il classico prodotto a base di polpa di pesce prende il classico colore di rosso-arancione ed anche in questo caso viene impiegato il colorante alimentare sopracitato.
  3. Succo d’arancia: se specificatamente costituito da arance rosse, è probabile la presenza del colorante derivato dalla cocciniglia che ne risalta il colore.
  4. Yogurt: che sia alla fragola, al lampone o ai frutti di bosco, ciò che hanno in comune questi prodotti è la presenza del colorante E120, talvolta anche nei prodotti specificatamente destinati al consumo da parte di bambini.
  5. Salumi e insaccati: anche in questo caso l’E120 p presente al fine di accentuare il colore tipico della carne.
  6. Confetti: rientrano in questa lista di alimenti anche le M&M’s, colorate con cocciniglia.
  7. Patatine: se le chips a base di grillo o altri insetti commestibili possono ancora creare “scandalo”, occorre tuttavia sapere che anche le classiche patatine dal colore rosso (quelle dal gusto piccante, alla paprika o al gusto bacon), spesso sono ottenute proprio grazie all’impiego della cocciniglia tra gli ingredienti.
  8. Spritz: aperitivi e bevande di colore rosso contengono spesso tra gli ingredienti l’E120. Tra le eccezioni in tal senso citiamo invece Campari, che ha deciso di eliminare tale colorante anche per andare incontro alle richieste dei vegani.
  9. Torte e dolci: la classica red velvet o i dolci a base di frutti rossi quasi certamente contengono il celebre colorante.
  10. Torrone e zuccherini: il tradizionale dolciume natalizio può contenere la gommalacca o E904; anche gli zuccherini colorati possono contenere l’E120 o l’E904.

Gli insetti che mangiamo senza saperlo

Larve di verme della farina, fonte foto Alimentipedia.it
Larve di verme della farina, fonte foto Alimentipedia.it

Nonostante ci si possa impegnare a non mangiare più prodotti che contengono insetti (o coloranti derivanti da essi), non si potrebbe comunque evitare di mangiare insetti.

Stando uno studio del Centro per lo Sviluppo Sostenibile (CSS) e l’Università IULM di Milano, “ogni anno in media il consumo inconsapevole di insetti si aggira sui 500 gr”. Gli insetti sono considerati dei “contaminanti alimentari comuni” e secondo la legge italiana, seppur entro certe soglie sono tollerati nell’industria alimentare.

Dai dati raccolti, pare che un bicchiere di aranciata possa contenere fino a cinque moscerini, mentre una barretta di cioccolato fino a otto parti di insetti. Ed ancora, nell’insalata, nelle marmellate, nei succhi di frutta, nelle passate di pomodoro e fino alle farine sono generalmente presenti parti di insetti.

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