Cosa pensano gli italiani delle alghe commestibili? Oltre all’arrivo degli insetti edibili, nella lista dei super food, negli ultimi anni, hanno trovato spazio anche le alghe.
Particolarmente diffuse in Oriente, rappresentano un alimento ben integrato nella dieta dei consumatori asiatici per via della sua estrema versatilità di utilizzo. Anche in Italia però, soprattutto negli ultimi anni le alghe hanno iniziato a fare capolino conquistando sempre più consensi. Questo ha portato ad allargare il loro mercato, attualmente in espansione.
Le alghe commestibili sulle tavole degli italiani: la storia
Ancora oggi, sono in tanti i consumatori italiani ad accogliere le alghe commestibili a tavola con un po’ di scetticismo. Sebbene sia un cibo prettamente asiatico e considerato punta di diamante dell’economia di molti Paesi orientali, si compie un errore a considerarlo una vera e propria novità in cucina.
In passato, infatti, le alghe rientravano in una lunga tradizione alimentare di cui erano protagoniste. Particolarmente diffuse lungo le coste d’Europa, dalla Norvegia alla Sicilia, fino ai primi dell’Ottocento le alghe sono state parte integrante della alimentazione italiana ed europea. Questo, almeno, fino a quando non sono state dimenticate ed archiviate dalle rivoluzioni industriali. Oggi però ci sarebbe ancora una sorta di blocco culturale sul loro consumo che però le aziende del settore starebbero cercando di superare. L’auspicio della stessa Unione Europea è che possa esserci un recupero della tradizione delle alghe sulle nostre tavole, unito alle innovazioni tecnologiche dell’industria alimentare moderna.
Con il tempo è cambiato anche il modo in cui i consumatori si sono approcciati al cibo ed oggi, forte della grande attenzione alle proprietà di ciò che si porta a tavola e alla sostenibilità, le alghe anche in Italia hanno conquistato un posto di grande rilievo.
A differenza degli insetti commestibili, ancora poco accettati e fonte di critiche e dubbi (spesso infondati), le alghe godono attualmente di una stagione particolarmente felice. Lo dimostra anche il risultato di un recente sondaggio condotto da Fedagripesca e Confcooperative sulle abitudini alimentari degli italiani e che sottolinea come almeno nelle intenzioni, l’80% dei consumatori nostrani si sia detto favorevole al consumo di piatti a base di alghe commestibili.
Tra i cibi del futuro
Da qualche tempo c’è una grande attenzione nei confronti dei cibi alternativi e sostenibili, ed anche la FAO ha acceso i riflettori su tale apertura considerandola come una strategia da adottare a livello mondiale per garantire sicurezza alimentare nel “mondo di domani”.
Le alghe commestibili, dunque, rientrano a pieno titolo nella lista dei cibi del futuro, ovvero nel settore all’innovazione agroalimentare (sebbene abbiano una storia antichissima), al pari degli insetti, entrando ufficialmente nel mercato globale.
Un mercato in continua crescita
L’Asia è certamente il principale produttore mondiale di alghe destinate al consumo alimentare. Si calcola che la produzione a livello mondiale sia di circa 180 milioni di tonnellate. Numeri impressionanti che negli ultimi quindici anni sarebbero addirittura quintuplicati.
Oltre all’Asia, dove il consumo di alghe rientra nelle tradizioni culinarie, anche l’Europa si è avvicinata con sempre maggiore interesse a questo campo e con risultati particolarmente incoraggianti. Kombu, Nori e Wakame, le varietà di alghe commestibili più diffuse, sono diventate centrali nel mercato europeo, che ha ripreso ad espandersi anche grazie alla progressiva internazionalizzazione delle diete, oltre che all’approccio sempre più attento alla sostenibilità.
La FAO ha realizzato alcune stime arrivando alla conclusione che entro la fine del 2023 il giro di affari legato alle alghe nel solo Vecchio Continente possa raggiungere i 9 miliardi di euro, con oltre 80 mila nuovi posti di lavoro. Solo in Italia il giro di affari potrebbe sfiorare il miliardo di euro, almeno secondo le stime di Fedagripesca.
Perché scegliere le alghe commestibili
Le alghe destinate al consumo alimentare sono caratterizzate da straordinarie qualità tali da rendere questo vegetale tra i protagonisti dei cibi del futuro, per via della sua sostenibilità e per la capacità di far conciliare alla perfezione la protezione della biodiversità delle aree costiere e lo sviluppo di economia circolare. A questo si unisce la transizione verso una alimentazione che si basa sulla riduzione del fabbisogno di suolo agricolo nonostante l’aumento della popolazione mondiale.
Sono molteplici i motivi per i quali il mercato alimentare delle alghe viene considerato molto interessante, a partire dalle sue proprietà: sono alimenti ricchi di fibre, vitamine e minerali. Alcune specie, poi, possono essere particolarmente proteiche, sviluppando fino al 44% di proteine sul totale della massa secca, tanto da competere con prodotti quali carne e soia.
Alghe coltivate in mare: una domanda in crescita
Le alghe della Svezia occidentale hanno accolto ampie piantagioni di lattuga di mare, o ulva, alga coltivata dall’azienda Nordic Seafarm. Si tratta di una coltura sperimentale e che di solito non viene coltivata in mare.
La lattuga di mare è una specie particolarmente proteica e meno salata, che la rende non solo molto gustosa ma anche facile da usare in cucina grazie alla sua versatilità.
Tuttavia la sua coltivazione resta per il momento un’eccezione svedese sostenuta dall’azienda Nordic Seafarm che tuttavia punta ad allargare il mercato. Il progetto, sostenuto dall’Unione Europea, è nato in ambito universitario, e risponde in pieno alla crescente domanda di alternative alimentari più sostenibili.
Qual è il futuro delle alghe? Presenza fondamentale della cucina asiatica, le alghe sono ancora relativamente poco conosciute e stimate in Europa anche se in tanti credono che la situazione sia in netta evoluzione. Sempre più ristoranti, infatti, impiegano nelle rispettive cucine alghe coltivate localmente. Per questo si parla di “rivoluzione blu” che si pone come obiettivo lo spostamento della produzione alimentare dalla terra al mare.
La Commissione europea ha pensato di dare un ulteriore impulso al settore elaborando una serie di misure mirate ad incrementare la produzione sostenibile, il consumo sicuro e l’uso innovativo delle alghe.