Dal 5 gennaio 2023 anche la farina di grillo (Acheta domesticus) è entrata ufficialmente nei cibi europei con autorizzazione al commercio a partire dal 24 gennaio – e per una durata di cinque anni – in tutta l’Unione Europea.
Quello degli insetti edibili è, in realtà, tutt’altro che una novità sul piano normativo poiché da più di un anno – circa da maggio del 2021 – in Europa si possono già trovare prodotti a base di camola della farina (il Tenebrione mugnaio) e la locusta migratoria. Tuttavia era possibile trovare anche i grilli ma interi e non in polvere. Il via libera definitivo dell’Unione Europea alla farina di grillo segna un nuovo traguardo sul piano del consumo alimentare di insetti.
Farina di grillo, cosa dice la normativa europea
La libera vendita e l’acquisto di prodotti alimentari a base di Acheta domesticus, ovvero realizzati con polvere di grillo domestico sono previsti dal Regolamento 2023/5 della Commissione europea, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 3 gennaio 2023.
La farina di grillo rappresenta ufficialmente il terzo tipo di alimento a base di insetto approvato per il consumo alimentare da parte dell’Ue. La Commissione aveva infatti già precedentemente approvato la vendita e il consumo delle tarme della farina essiccate e della locusta migratoria.
Tali misure hanno come obiettivo comune l’introduzione di fonti di proteine a basso costo e a basso impatto ambientale nel mercato alimentare d’Europa, al fine di dare un’alternativa a coloro che intendono ridurre il consumo di carne. In tal senso sarà adottata un’alimentazione più sostenibile sul piano etico, ambientale ed economico.
L’autorizzazione appena entrata in vigore fa riferimento alla polvere di grillo domestico, ed in particolare ad una farina specifica prodotta da una azienda vietnamita, la Cricket One, la quale aveva fatto richiesta nel 2019 ottenendo il via libera solo adesso per un periodo di cinque anni a decorrere della data di entrata in vigore del regolamento dell’UE (ovvero dal 24 gennaio 2023). L’autorizzazione potrà essere estesa anche ad altri richiedenti, previo superamento delle necessarie verifiche di sicurezza alimentare previste dal Regolamento.
Quali cibi potranno contenere la polvere di grillo domestico

La polvere approvata dall’Ue consiste nel dettaglio in farina di grillo parzialmente sgrassata. Si parte, cioè da polvere di grillo essiccato che previo trattamento porta a ottenere da una parte la polvere di grillo sgrassata e dall’altra olio di grillo che si può impiegare, ad esempio, nei mangimi.
È opportuno sgrassare anche gli insetti per ottenere solo la parte proteica e, nello specifico, per ottenere polveri estremamente ricche di proteine. Tale polvere di grillo potrà quindi essere impiegata per diverse preparazioni: dal pane, passando per la classica pasta e le gustose zuppe.
L’elenco completo è indicato nella disposizione della Commissione. Nello specifico, l’Acheta domesticus in polvere potrà essere usata sia come base ma anche come aggiunta per la preparazione di pane e panini multi cereali, di cracker, grissini o barrette ai cereali, nelle miscele secche già pronte per i prodotti da forno, nei biscotti, nella pasta secca farcita e non farcita, nelle salse, nei prodotti a base di patate, legumi o altre verdure. Ed ancora: nella pizza, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre in polvere, negli snack a base di farina di granturco, nella birra, nel cioccolato ed infine negli snack diversi dalle patatine fritte.
Questi alimenti vanno così ad inserirsi di diritto in quel filone attualmente molto in voga e che è quello degli alimenti proteici.
ACQUISTA CIBO A BASE DI INSETTI SU 21BITESProdotti a base di insetti: la storia
I prodotti realizzati con polvere di insetti esistono da diversi anni. Già nel 2015, in occasione dell’Expo di Milano c’erano state svariate iniziative sul fronte degli insetti edibili in quanto si trattava dell’Expo dedicato all’alimentazione. Sebbene fossero ancora pochi, alcuni Stati come il Belgio si erano già portati avanti autorizzando il consumo di insetti, interi ed in polvere.
Sul piano normativo, gli insetti sono considerati “novel food”, ovvero alimenti o ingredienti che prima del regolamento 258 del 1997 non erano mai stati consumati all’interno dell’Unione Europea in un quantitativo significativo, tale da definirlo cibo. Questi novel food hanno quindi richiesto delle autorizzazioni basate su analisi di valutazione di sicurezza da parte dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare).
Tali autorizzazioni vengono date al prodotto specifico, ovvero non all’intera categoria. Ecco perché nel caso della farina di grillo, dunque, non è stata autorizzata la farina di grillo sgrassata ma solo una specifica polvere di grillo prodotta da una specifica azienda, la Cricket One, che ha dovuto presentare un articolato dossier dettagliatissimo sul metodo di produzione e sulle caratteristiche nutrizionali e sanitarie del prodotto.
Sul mercato i prodotti a base di farina di grillo saranno caratterizzati da un livello di sicurezza e controlli molto elevato, pari a quello dei farmaci.
Insetti edibili: cosa accadrà in futuro

Il mercato globale degli insetti edibili, secondo le recenti stime, è sempre più in continua crescita. Alcuni Paesi fanno da traino, ovvero quelli Orientali in cui il consumo di insetti fa parte della propria tradizione culinaria, seguiti da quelli in cui si è imposto il consumo di alimenti altamente proteici, come gli Stati Uniti, ma anche molti Paesi d’Europa (compreso il nostro).
Al momento però bisogna ancora fare i conti con un problema di natura culturale, essendo il nostro un Paese fortemente conservatore sul piano alimentare. Infatti l’uso di farina di insetti per la realizzazione di pasta, snack salati e zuppe, se da una parte è interessante poiché annulla la componente di disgusto che c’è quando si parla di insetti nel piatto, dall’altra annulla però anche la componente di forte interesse degli insetti sul piano organolettico.
Secondo un recente rapporto della FAO, la farina di insetti potrebbe sostituire senza effetti negativi dal 25% al 100% della farina di soia o di pesce utilizzata per i mangimi animali.
Sempre la stessa organizzazione spiega che dal 1995 al 2015, la produzione di mangimi per acquacoltura industriale è aumentata di sei volte passando a 48 milioni di tonnellate all’anno.
Gli insetti sono considerati non a caso degli animali ad alta efficienza, ovvero a parità di mangime producono più nutrienti rispetto ad altri animali da allevamento, quindi hanno un impatto minore sull’ambiente.
Non tutti gli insetti, tuttavia, sono simili in termine di sostenibilità ambientale ed economica, motivo per il quale si renderanno necessarie anche in futuro costanti analisi e valutazioni in tal senso.