Carne Sintetica, fonte foto Bigstock

La carne sintetica arriva per la prima volta in un supermercato

Prova i più sorprendenti cibi del futuro: unisciti alla rivoluzione!

E’ possibile comprare carne sintetica direttamente in un supermercato? Fino a qualche giorno fa la risposta sarebbe stata “no”, ma nel frattempo qualcosa è cambiato. Dallo scorso 16 maggio, infatti, la carne coltivata è comparsa per la prima volta tra gli scaffali di alcuni supermercati di Singapore.

Si tratta, indubbiamente, di una vera e propria svolta nell’ambito dei super food, o meglio, dei cibi del futuro. La carne sintetica è sicuramente tra gli alimenti alternativi alla tradizionale carne e che più di altri – dagli insetti edibili alle alghe commestibili – sta incontrando maggiori ostacoli rispetto alla sua diffusione.

Carne sintetica, cos’è, come si ottiene e vantaggi

Carne sintetica, fonte foto Bigstock
Scientist holding Petri dish with minced cultured meat in laboratory, closeup

La carne sintetica, anche conosciuta come carne coltivata o carne in vitro, è un prodotto alimentare derivato da cellule animali coltivate in laboratorio anziché dall’allevamento e dalla macellazione di animali. Questo processo innovativo ha lo scopo di offrire un’alternativa sostenibile e eticamente accettabile alla carne tradizionale.

Ma come si ottiene la carne sintetica (da non confondere con la carne vegetale – o “plant-based” -, che è fatta interamente di ingredienti di origine vegetale)? Il processo inizia con il prelievo di cellule staminali da un animale vivente, tramite biopsia, una procedura minimamente invasiva. Successivamente, le cellule vengono coltivate in una soluzione contenente nutrienti capaci di farle moltiplicare. Il tutto avviene all’interno di un bioreattore, apparecchio che riproduce le condizioni ottimali di crescita.

Tutto ciò ha ovviamente anche dei vantaggi, a partire da quelli ambientali, poiché la produzione di carne sintetica richiede meno risorse naturali, come acqua e terra, e ha un’impronta di carbonio significativamente inferiore rispetto all’allevamento tradizionale.

Inoltre, poiché non richiede l’uccisione di animali, la carne coltivata risponde alle preoccupazioni etiche riguardo al benessere animale.La carne sintetica può essere prodotta in condizioni controllate, riducendo il rischio di contaminazione da patogeni e antibiotici, ulteriore vantaggio.

Dove trovarla?

Dove è possibile trovare la carne sintetica? Se il processo di produzione della carne coltivata in laboratorio è ormai ampiamente chiaro, la domanda ricorrente è: dove trovarla? Attualmente è ancora in una fase relativamente iniziale di sviluppo e commercializzazione. Tuttavia, ci sono alcuni mercati e punti vendita dove è possibile acquistare carne sintetica.

Fino a poco tempo fa la carne sintetica era disponibile solo nei menù di alcuni ristoranti selezionati negli Stati Uniti e Singapore, i quali però hanno sospeso le vendite, lasciando il settore in uno strano limbo.

Nel maggio 2024 è arrivata la grande novità: per la prima volta nel mondo, un alimento ottenuto a partire da vere cellule animali coltivate in bioreattori è stato venduto al dettaglio. La sua comparsa è avvenuta in alcuni supermercati di Singapore.

La svolta della carne coltivata a Singapore

Da alcuni giorni, la carne sintetica è disponibile in un negozio di Singapore: Huber’s Butchery. Una novità nata dalla collaborazione tra i negozi del marchio e l’azienda californiana Good Meat, di proprietà di Eat Just, sottolineando come di fatto Singapore sia uno dei Paesi all’avanguardia da questo punto di vista.

Il Paese asiatico si è piazzato al primo posto al mondo tra coloro che hanno permesso la vendita di carne coltivata sin dal 2020. Un esempio importante di come, sia in ambito sociale che economico, c’è un tessuto pronto ad accogliere la possibilità di acquistare la carne coltivata, per poi cucinarla e consumarla a casa.

Bisogna però sottolineare che il prodotto a base di pollo in vendita nei supermercati di Singapore contiene appena il 3% di cellule animali. La restante base è costituita da proteine vegetali. Il motivo sarebbe da ricercare negli – ancora – alti costi di produzione della carne coltivata. Per tale ragione, il modo più rapido affinché il prodotto possa trovare spazio sul supermercato ad un prezzo ragionevole sarebbe proprio quello di compensare con una quota importante di ingredienti vegetali.

Nonostante la percentuale ridotta di cellule animali, la Good Meat ha assicurato che le degustazioni hanno avuto “riscontri eccezionali” sul versante del gusto, della consistenza e dell’aspetto.

Ma qual è il costo di una confezione di carne sintetica da 120 grammi? Secondo quanto emerso dall’azienda californiana, dovrebbe avere un prezzo di 7,20 dollari di Singapore, ovvero poco meno di cinque euro.

I limiti all’espansione della carne coltivata

Carne sintetica, fonte foto Bigstock
Testing of meat with glass pipe in a lab. Artificial meat with colored flasks on a white laboratory table. Veterinarian inspection of meat, such as pork or beef. Synthetic GMO food production ans testing. Food quality and safety control.

Proprio l’elevato costo rappresenta uno dei maggiori fattori che contribuiscono a scoraggiare l’acquisto di carne vegetale e sintetica.
Ma come hanno reagito invece gli investitori? Dopo l’iniziale entusiasmo, le startup che si occupano di carne sintetica hanno iniziato a registrare difficoltà nella raccolta dei fondi. Lo dicono i numeri: nel 2023 il settore ha raccolto 226 milioni di dollari, mentre l’anno precedente erano stati 922 milioni.

I vari divieti alla carne coltivata – tra cui quello che riguarda l’Italia e più recentemente anche quelli in Florida e Alabama – hanno contribuito a smorzare una possibile spinta al settore. Tuttavia, malgrado i dubbi e le difficoltà degli investitori, l’arrivo della carne sintetica nei supermercati porta Good Meat ad essere testimone di una storia positiva da alimentare.

Qual è il futuro della carne sintetica?

Quale sarà il futuro della carne coltivata? Analogamente ai pionieri della ristorazione negli USA che hanno timidamente introdotto la carne di laboratorio nei loro menu, non dovremmo presupporre che ogni progresso conduca automaticamente al livello successivo. L’industria è ancora nelle sue fasi embrionali e questi tentativi servono sia a catturare l’interesse degli investitori che a stimolare le aspettative dei consumatori.

Potrebbe darsi che i nuovi petti di pollo a base prevalentemente vegetale non riescano a suscitare l’interesse di investitori e consumatori. Altre imprese emergenti del settore stanno cercando di aggirare il problema dei costi emulando prodotti di lusso come il salmone per il sushi o le bistecche. Alcune puntano sull’innovazione: è il caso della startup australiana Vow, che sta commercializzando un parfait di quaglia realizzata in laboratorio in un ristorante di Singapore. Ma è ancora troppo presto per determinare quale di questi approcci avrà successo.

Tutto ciò non implica che la carne di laboratorio non abbia un certo potenziale. Ci vorrà semplicemente molto tempo per capire se l’industria sta procedendo nella giusta direzione per affrontare le principali sfide legate ai costi delle cellule animali prodotte e se la carne di laboratorio riuscirà a sorprendere i consumatori nel modo in cui quella vegetale non è riuscita a fare. Dovremo attendere ancora molto per le risposte a queste domande.

La situazione in Italia

Carne sintetica, fonte foto Wikipedia
Carne sintetica, fonte foto Wikipedia

Cercare di tracciare un parallelo con quanto sta accadendo nel nostro Paese può essere amaro, ma anche e soprattutto necessario: in fin dei conti, per quanto il confronto possa essere visto come il ladro della felicità, è importante notare che dare un’occhiata al cortile dei vicini può essere anche utile per evidenziare differenze di direzione e di pensiero.

In altre parole, con questa mossa, Singapore ribadisce la propria posizione di leader indiscusso, e lo fa con un netto vantaggio sui suoi cosiddetti “inseguitori”. L’impressione è che l’Italia, nel frattempo, si sia autolesionata in modo reazionario e miope, soffocando la propria filiera della carne di laboratorio: una filiera di potenziale eccellenza che avrebbe potuto rappresentare il tanto amato Made in Italy anche come pioniere dell’innovazione in questo specifico campo.

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