Pesce sintetico, immagine di repertorio - fonte foto Pixabay,com

Il pesce sintetico, la nuova alternativa sostenibile: cos’è e come si ottiene

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Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di sostenibilità alimentare. Lo abbiamo ampiamente visto con la carne coltivata, ma il concetto si estende anche al pesce sintetico. Ancora una volta, a farsi pioniere di questa novità che potrebbe presto approdare sulle tavole sono le aziende asiatiche, ben consce del fatto che l’itticoltura sia ancora più sensibile ai cambiamenti climatici.

Mentre Singapore ha già ufficialmente aperto le porte di alcuni suoi supermercati alla carne prodotta (in parte) in laboratorio, lo stesso Paese asiatico già da alcuni anni ha aperto la strada anche alla produzione di pesce sintetico.

Pesce sintetico, la rivoluzione alimentare sostenibile

Pesce sintetico, immagine di repertorio - fonte foto Pixabay,com
Pesce sintetico, immagine di repertorio – fonte foto Pixabay,com

Il concetto di pesce sintetico ha guadagnato una crescente attenzione, emergendo come una delle soluzioni più promettenti per affrontare problemi globali come l’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche, l’inquinamento degli oceani e la necessità di un’alimentazione sostenibile.

Il pesce sintetico rappresenta una svolta promettente verso un futuro alimentare più sostenibile e etico. Sebbene ci siano ancora ostacoli da superare, l’innovazione in questo campo sta avanzando rapidamente, con potenziali benefici enormi per l’ambiente, la salute pubblica e il benessere animale.

Con il giusto supporto tecnologico e una crescente consapevolezza tra i consumatori, il pesce sintetico potrebbe presto diventare un elemento comune sulle nostre tavole, contribuendo a un mondo più sostenibile e giusto.

Cos’è il pesce coltivato e come si ottiene

Immagine di repertorio - fonte foto Pixabay,com
Immagine di repertorio – fonte foto Pixabay,com

Il pesce sintetico, noto anche come pesce coltivato in laboratorio o pesce artificiale, è prodotto utilizzando tecnologie di coltura cellulare o ingredienti a base vegetale che replicano il gusto, la texture e il valore nutrizionale del pesce tradizionale. Esistono principalmente due approcci distinti per la produzione di pesce sintetico: pesce a base cellulare e pesce a base vegetale.

Nel primo caso si tratta di una tecnologia prevede la coltivazione di cellule muscolari di pesce in un bioreattore. Le cellule sono nutrite con un mix di nutrienti essenziali che ne favoriscono la crescita e la moltiplicazione, formando tessuti simili a quelli del pesce naturale.

Nel secondo caso, invece, gli ingredienti vegetali, come proteine di pisello, soia o alghe, vengono elaborati per imitare la consistenza e il sapore del pesce.

Tecniche avanzate di ingegneria alimentare e aromatizzazione sono impiegate per creare un prodotto finale che sia il più simile possibile al pesce reale.

I possibili benefici

Così come abbiamo visto per la carne coltivata, anche il pesce sintetico potrebbe portare con sé diversi benefici di varia natura. Il primo e più importante ha a che fare con la sostenibilità ambientale: la produzione di pesce sintetico richiede significativamente meno risorse rispetto alla pesca tradizionale o all’acquacoltura. Non occorrono infatti enormi quantità di acqua, mangimi o antibiotici, e al tempo stesso si riduce drasticamente l’impatto sull’ecosistema marino. Inoltre, la coltivazione cellulare produce meno emissioni di gas serra, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico.

Tra gli altri vantaggi non meno importanti, c’è poi la salvaguardia delle specie marine. La pesca eccessiva ha portato molte specie ittiche sull’orlo dell’estinzione. Il pesce sintetico offre una via d’uscita, permettendo di soddisfare la domanda di mercato senza ulteriori pressioni sulle popolazioni selvatiche.

Inevitabilmente viene introdotto anche il concetto di sicurezza alimentare, poiché il pesce sintetico elimina i rischi legati ai contaminanti marini, come mercurio e microplastiche, spesso presenti nel pesce selvatico. Inoltre, riduce il rischio di malattie trasmesse dagli alimenti, in quanto la produzione in laboratorio avviene in ambienti controllati e sterili.

C’è poi una ragione di natura etica che va ad aggiungersi agli altri vantaggi finora illustrati: la produzione di pesce sintetico elimina la necessità di catturare e uccidere animali marini, rispondendo alle preoccupazioni etiche di un numero crescente di consumatori.

I Paesi interessati alla rivoluzione alimentare

Pesce sintetico, immagine di repertorio - fonte foto Pixabay,com
Pesce sintetico, immagine di repertorio – fonte foto Pixabay,com

Oggi il consumo di pesce è decisamente aumentato rispetto al passato. Si parla di più del doppio rispetto al 1960. L’industria della pesca, come visto, è anche tra quelle maggiormente vulnerabili ai cambiamenti climatici.

I mercati asiatici svolgono certamente un ruolo centrale in questo importante cambio di rotta che prevede l’introduzione del pesce sintetico. Basti pensare che dei primi dieci paesi che mangiano più pesce, sette si trovano proprio in Asia, creando così grandi opportunità per i produttori alternativi. Al tempo stesso, anche gli investitori puntano particolarmente su questa opportunità.

Tra le startup del settore si segnalano ad oggi: Shiok Meats (gamberi e aragoste con sede a Singapore), la Bluu Seafood (salmone, trota e carpa, in Germania), BluNalu (tonno, negli Stati Uniti), Avant Meats di Hong Kong (fauci di pesce, ovvero le vesciche natatorie di pesci grandi, in Asia considerate una vera e propria prelibatezza).

Tra le altre degne di nota vale la pena ricordare anche la Wildtype, con sede a San Francisco, che negli anni più recenti ha raccolto capitali per 100 milioni di dollari (tra gli investor sono in prima linea anche Leonardo DiCaprio e Jeff Bezos) per sviluppare salmone coltivato “di qualità sushi”. E poi c’è la CellMeat, in Corea del Sud, che sta lavorando nella produzione di gamberetti coltivati in laboratorio.

Sfide e prospettive future

Dopo la carne coltivata, è evidente che anche il pesce e i frutti di mare “sintetici” siano destinati a diventare un nuovo trend di mercato che guarda alla sostenibilità. Nonostante i numerosi vantaggi, però, il pesce sintetico deve affrontare anche diverse sfide prima di diventare una scelta mainstream.

In primo luogo c’è la questione dei costi di produzione. Attualmente, il pesce sintetico ha costi di produzione particolarmente elevati, esattamente come la carne realizzata in laboratorio. Tuttavia, con l’avanzamento delle tecnologie e l’aumento della scala produttiva, si prevede una significativa riduzione dei costi nei prossimi anni.

Non va sottovalutata – come per tutti i novel food – l’accettazione da parte del consumatore finale: così come per qualsiasi nuovo alimento, la percezione del pubblico è cruciale. Educare i consumatori sui benefici del pesce sintetico e rassicurarli sulla sua sicurezza sarà fondamentale per la sua adozione su larga scala.

La regolamentazione dei nuovi alimenti, inoltre può essere complessa. È necessario sviluppare standard chiari e uniformi per garantire la sicurezza e la qualità del pesce sintetico.

Una sfida certamente difficile ma che, nel lungo termine, potrebbe avere dei vantaggi importanti sotto vari profili.

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