Insetti commestibili e vegani, fonte foto Bigstock

Insetti commestibili e vegani: chi sono gli entovegani e la loro dieta

Prova i più sorprendenti cibi del futuro: unisciti alla rivoluzione!

Qual è oggi il rapporto tra i vegani ed i vegetariani nei confronti degli insetti commestibili? Da diversi anni, anche gli occidentali si sono adeguati a questa importante rivoluzione alimentare che vede gli insetti – locuste, vermi, grilli – sempre più presenti sulle tavole e nel piatto.

Gli aspetti positivi degli insetti commestibili ormai sono noti a tutti: oltre alle loro importanti qualità nutrizionali, a partire dall’elevato livello di proteine di cui sono fonti preziose, vitamine e minerali, non mancano i vantaggi sul piano della sostenibilità ambientale. Non solo fanno bene alla salute ed all’ambiente, grilli e locuste sono anche buoni, un motivo in più per aggiungerli alla propria dieta. In tanti, dunque, sono concordi con i loro benefici, ma cosa ne pensano realmente vegani e vegetariani?

Gli insetti commestibili: perché mangiarli, i vantaggi

Insetti commestibili. fonte foto Bigstock
a lot of cicada fried in the tray at street food shop

Gli insetti commestibili (o edibili), con il passare del tempo hanno guadagnato una grande popolarità in diverse parti del mondo, uscendo dalla loro “comfort zone” orientale e diventando una alternativa alimentare sostenibile. Ciò è stato possibile alla luce di tutta una serie di vantaggi ben riconosciuti, ecco quali:

  • Sostenibilità ambientale: gli insetti non richiedono risorse significative per la loro coltivazione, a differenza del bestiame convenzionale. Si distinguono per la loro impronta ecologica inferiore in termini di terreno, acqua e cibo necessari per la produzione.
  • Efficienza nella conversione alimentare: gli insetti sono estremamente efficienti nel convertire il cibo che consumano in proteine ed energia. Ad esempio, il tasso di conversione alimentare delle larve di insetti è spesso migliore rispetto al tradizionale bestiame.
  • Minore impatto sul cambiamento climatico: l’allevamento di insetti produce meno emissioni di gas serra rispetto all’allevamento di bestiame e ciò può contribuire a ridurre le problematiche legate all’effetto serra e ai cambiamenti climatici.
  • Alta efficienza nutrizionale: gli insetti sono ricchi di proteine di alta qualità, oltre a fornire vitamine, minerali e grassi salutari. Possono rappresentare una fonte nutrizionale diversificata ed al tempo stesso particolarmente efficiente.
  • Diversità di specie: esistono migliaia di specie di insetti commestibili, ciascuna con il proprio profilo nutrizionale e sapore unico. Tale diversità può rivelarsi utile nel rendere particolarmente variegata la dieta umana.
  • Riduzione dello spreco alimentare: gli insetti edibili possono essere nutriti con scarti alimentari e materiali organici in decomposizione, contribuendo a ridurre lo spreco alimentare.
  • Breve ciclo di vita: gli insetti hanno generalmente cicli di vita relativamente brevi e questo vuol dire che possono essere allevati e raccolti in tempi rapidi, contribuendo a ridurre l’impatto della produzione su larga scala sulla risorsa terra.
  • Elevata adattabilità: possono prosperare in diversi ambienti, tra cui aree con risorse limitate.

Tuttavia, ai numerosi e sempre crescenti vantaggi corrispondono anche delle necessarie ed utili riflessioni da fare. Le sfide relative alla produzione e consumo di insetti edibili sono ancora tante, a partire dalla necessità di normative alimentari adeguate, maggiore consapevolezza culturale e la riluttanza delle persone a superare il tabù del consumo di insetti, sebbene da questo punto di vista le cose sembrerebbero andare per il verso giusto.

La posizione di vegani e vegetariani

Insetti commestibili. fonte foto Bigstock
pupa on white plate background, fry silk worms – fried pupa for food beetle worm

Rispetto al consumo di insetti commestibili, i vegani ed i vegetariani fino a qualche anno fa erano ancora abbastanza divisi in merito alla posizione da mantenere. La questione era stata affrontata da una nota blogger vegetariana da oltre 20 anni, dopo un viaggio in Messico in cui per la prima volta aveva mangiato grilli, era giunta ad una conclusione importante: ” tutto ciò che riduce il consumo di carne – compreso il consumo di insetti – sia una buona cosa, sia per la salute personale che per quella dei nostri ecosistemi stressati” (fonte treehugger.com).

Ma non tutti i vegetariani e i vegani la pensano allo stesso modo e per questo la blogger aveva realizzato una sorta di sondaggio su Facebook rivolto ad amici e conoscenti e le risposte sono state a dir poco discordanti.

Molti tra i più autorevoli vegetariani (dal direttore di Inhabitat ai redattori di Mother Nature Network) si sono dichiarati favorevoli a variare la loro dieta con animali di piccole dimensioni come gli insetti; tuttavia altrettanti lo considerano una soluzione vincente solo per i carnivori, ribadendo la loro intenzione a non cibarsi di creature dotate di un sistema nervoso.

La domanda sulla possibilità di integrare la dieta di vegetariani e vegani con insetti edibili o prodotti da essi derivati, è stata posta anche a Carmen Nicchi Somaschi, presidente dell’Associazione Vegetariana Italiana (AVI), la quale a Entomofago.eu aveva replicato: “I vegetariani non mangiano ciò che ha origine diretta dall’animale e che ne ha causato l’uccisione (carne, pesce, salumi, etc.) mentre i vegani hanno eliminato anche i derivati di origine animale (latticini, uova, miele, etc.). Per un vegetariano o vegano non sarebbe quindi possibile integrare la propria dieta con insetti commestibili […] Perché dovremmo introdurre il consumo di insetti in culture alimentari che non lo prevedono quando esistono già valide alternative che favorirebbero invece la riscoperta di colture autoctone ormai quasi scomparse?”.

L’avvento degli entovegani

Attorno al consumo di insetti commestibili si sono sviluppati numerosi studi, alcuni dei quali hanno messo in luce anche la posizione di vegetariani e vegani rispetto all’argomento oggetto di dibattito. Nel dettaglio, alcuni studiosi dell’Università della Finlandia orientale e dell’Università di Helsinki hanno esaminato le intenzioni dei consumatori verso il consumo di cibi contenenti insetti, prendendo in esame, in totale, 567 soggetti. Di questi, il 73% era onnivoro, il 22% vegetariano non vegano e il 5% vegano. Questi ultimi, nel dettaglio, si sono dimostrati particolarmente contrari al consumo di insetti commestibili. Pur non essendo uno studio rappresentativo, hanno concluso gli stessi studiosi, sembra fare luce sulla posizione della maggior parte dei vegani.

Tuttavia, Josh Galt, fondatore di EntoVegan, ha coniato un nuovo termine, “entovegano”, che sta prendendo sempre più piede. Da vegano convinto, Galt nel 2016 si è avvicinato quasi casualmente al mondo degli insetti, dopo essersi imbattuto in un articolo in cui si parlava di sostenibilità e benefici nutrizionali. Da qui sarebbe giunto alla conclusione che, sì, anche i vegani possono mangiare insetti, riconoscendosi così nel termine Entovegano.

“Dal punto di vista della salute, penso sia molto più razionale per un vegano mangiare insetti – essere quindi un Entovegano – per le proteine, le vitamine e i minerali aggiunti. Da un punto di vista etico, non ho sentito neanche un argomento dogmatico che si opponga ad un esame logico della validità dell’inserimento degli insetti nella dieta. Così ho composto la mia cornice e l’ho chiamata Entovegan – e sono ancora convinto che sia la via più sana per la gente e il modo migliore per il pianeta”, ha commentato su Entomofago.eu.

La dieta degli ento vegans

Insetti commestibili. fonte foto Bigstock
cricket insect on wooden plate background, cricket insect related to the grasshoppers for food in Asian

Quando si fa riferimento alla dieta degli entovegani, si parla essenzialmente di una dieta vegana a base vegetale potenziata dall’entomofagia. La loro dieta tipo è prevalentemente a base vegetale ma come fonte animale vengono ammessi insetti edibili e crostacei. Si tratta, dunque, di una sorta di dieta superfood sostenibile preferita dai cosiddetti “vegani meno radicali”.

Infine, secondo quanto previsto dal sito Entovegans.com, ecco quali sarebbero i fondamentali nutrizionali da cui questa nuova corrente alimentare prenderebbe ispirazione:

  • Esclusione di carne, pesce, pollame, latticini e uova.
  • Inclusione dell’entomofagia (mangiare insetti e sottoprodotti di insetti allevati e raccolti in modo etico e sostenibile).
  • Consumo di crostacei.
  • Consumo in abbondanza di frutta fresca e secca, verdura, semi e cereali, dando la priorità a quelli con il maggior valore nutritivo.
  • Eliminazione di alimenti trasformati, zucchero raffinato e tutti gli aromi, coloranti, conservanti artificiali.
Ti è piaciuto l'articolo?
[5/5]
Alimenti del 21° secolo
Partecipa alla discussione

Seguici su Twitter!