Le mosche soldato nere (Hermetia illucens) sono una specie tipica del Sudamerica e poi diffusa in tutto il mondo. Da mezzo secolo ormai è diffusa anche nel nostro Paese. Questi insetti hanno un efficace utilizzo ecologico. In modo particolare, oltre a svolgere un ruolo fondamentale per i vari ecosistemi terrestri, viene impiegata nei processi di produzione svolgendo una funzione indispensabile nella lotta contro lo spreco alimentare.
Particolarmente utilizzata per i cicli di compostaggio, la mosca soldato è in grado di decomporre le sostanze organiche lavorando a stretto contatto con l’essere umano.
Inoltre, stiamo parlando di un insetto particolarmente proteico e molto semplice da allevare anche dal punto di vista economico. Questa mosca non è in grado di provocare delle infestazioni e, proprio per questo motivo, non rappresenta alcun rischio per la salute dell’essere umano.
Gli esemplari adulti, essendo sprovvisti di organi digerenti, muoiono qualche giorno dopo la fase riproduttiva.
Primi passi: come allevare le mosche soldato
Le mosche soldato vanno allevate ad una temperatura tra i 25 ed i 30 gradi. Per quanto riguarda l’accoppiamento, invece, il termometro dovrà segnare 27,8°C.
Anche per quanto concerne l’ambiente, occorre mantenere il compost umido in maniera adeguata. Tuttavia bisogna avere cura di non posizionare l’allevamento in zone troppo calde e esposte alla luce diretta.
Per quanto riguarda l’estensione dell’allevamento, occorreranno dei secchi con dentro del materiale organico che permetta alle femmine di depositare le sue uova in attesa della schiusa.
Terminato questo passaggio, si procederà alla raccolta delle larve permettendo agli insetti destinati alla riproduzione di posizionarsi in una seconda vasca dove iniziare la fase di mutazione.
Se l’ambiente a disposizione è molto ampio, si potranno posizionare grandi vasche che permettano un pascolo libero di insetti.
Per quanto riguarda le tempistiche, la schiusa delle uova avviene in circa 4 giorni. La fase larvale impiega sei differenti stadi fino all’impupamento e la metamorfosi che ha una durata di 15 giorni.
La vita dell’insetto, in ultimo, non supera i 4-5 giorni.
Le mosche soldato per trasformare scarti in fertilizzanti
Le black soldier fly, ovvero le mosche soldato, da decenni sono il perfetto esempio di economia circolare. Oltre ad aiutare l’uomo nella lotta agli insetti molesti, trasformano gli scarti alimentari in proteine ed energia grazie alle larve particolarmente voraci.
In diverse parti del mondo vengono impiegate per ottenere fertilizzanti agricoli di alto contenuto nutritivo grazie agli scarti della filiera zootecnica, di cui le larve sono ghiotte.
In cosa consiste esattamente? In tali allevamenti vengono trasformate le deiezioni animali – in modo particolare la pollina – non solo in compost di alta qualità da riutilizzare nei campi ma anche in bioplastiche fertilizzanti azotate e, in prospettiva, in alimenti a elevato valore proteico e lipidico.
Un processo del tutto naturale, come spiegato al Sole 24 Ore qualche anno fa da Lara Maistrello, la ricercatrice a capo del progetto Valoribio: “Da un lato abbiamo una teca dove le mosche adulte depositano le uova, circa 500 ognuna; dall’altro un incubatore dove alleviamo le larve su un substrato di pollina addizionato di zeolite”.
Nel giro di poche settimane (circa un paio) le larve si trasformano in alimenti grassi e proteici, “che noi raccogliamo, frazioniamo in proteine, grassi e chitina, un polisaccaride con numerose applicazioni industriali. Così come recuperiamo la pollina “digerita” e inodore, un ottimo compost fertilizzante”, ha aggiunto la ricercatrice.
Le proteine di larva diventano bioplastiche, che trasformate in teli di pacciamatura prima proteggono i germogli in bioagricoltura e poi, una volta decomposti, rilasciano al terreno azoto, fertilizzandolo maggiormente.
Lo scorso febbraio anche Singapore si è mossa sotto questo punto di vista con l’intento di compiere un ulteriore passo verso la sostenibilità e la circolarità della sua filiera alimentare. A tal fine è stato lanciato un progetto che prevede di utilizzare gli scarti alimentari per nutrite le mosche soldato nere facendole lavorare come bioreattori viventi.
Il loro impiego come mangimi
Se per la maggior parte delle persone rappresentano una vera e propria seccatura, soprattutto durante la stagione estiva, in realtà il ruolo di riciclatori naturali svolto dalle mosche soldato è di particolare importanza.
Già da qualche tempo, è nato un vero e proprio mercato che ha iniziato a considerare le mosche preziose per il futuro. Con l’entrata in vigore del regolamento dell’UE n. 2017/893, le proteine di insetti di sette specie differenti, tra cui anche le mosche domestiche e le mosche soldato nere, hanno avuto un ruolo centrale nel settore dell’acquacoltura. Ciò significa che è oggi permesso il loro impiego come mangime per animali, in particolare pesci e crostacei ma anche pollame. In modo particolare le larve vengono trasformate in farina proteica da impiegare come mangime per gli allevamenti.
Larve di mosche come alternativa alla carne
I passi in avanti compiuti negli ultimi anni sul piano degli allevamenti di massa di mosche soldato nere hanno reso sempre meno utopico l’impiego di tali insetti edibili come alimenti da destinare all’alimentazione umana.
Dopo aver destato l’interesse di ricercatori e scienziati in merito al ruolo delle larve per il compostaggio domestico degli scarti alimentari nonché dei rifiuti agricoli, da qualche anno l’attenzione si starebbe concentrando anche su un loro impiego nell’alimentazione umana.
Secondo quanto emerso dallo studio di uno scienziato dell’Università del Queensland, il professore Louw Hoffman, pubblicato su Comprehensive Reviews in Food Science and Food Safety, le larve di queste mosche conterrebbero tutti i nutrienti di cui l’essere umano necessita. Oltre ad essere ricche di zinco e ferro molto più della stessa carne magra, vantano anche un quantitativo di calcio paragonabile a quello del latte.
Per tale ragione la loro composizione nutrizionale rende tali larve una perfetta alternativa alla tradizionale carne, con il doppio vantaggio legato ad una maggiore sostenibilità ambientale.
Basti pensare che mezzo ettaro di suolo impiegato per l’allevamento di larve di mosche soldato permette la produzione di un quantitativo di proteine addirittura maggiore rispetto a quello prodotto dal bestiame che pascola su 1200 ettari.
Considerato ormai il cibo del futuro, quello a base di insetti potrebbe presto prevedere il consumo di larve di mosche come perfette sostitute della carne nei menu e nelle diete di molte popolazioni nel mondo, oltre a quelle che già ne fanno regolarmente uso.
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