Carne sintetica, fonte foto Wikipedia

Carne sintetica, l’Ue verso il via libera? Quando potrebbe arrivare anche in Italia

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La produzione di carne sintetica in laboratorio potrebbe diventare una realtà anche nel nostro Paese. L’Unione Europea, infatti, ha fatto sapere di stare valutando l’ok “al cibo prodotto in laboratorio, basta che rispetti i nostri standard nutrizionali”.

Possiamo riassumere così il discorso tenuto da Stefan De Keersmaecker, portavoce della Commissione UE, il quale è intervenuto di recente in occasione della IX Conferenza economica di Cia-Agricoltori Italiani a Roma.

L’idea di carne sintetica: le origini

Quando nasce l’idea di dar vita ad un prodotto capace di dare la stessa soddisfazione di una bistecca vera e propria? Era il 2011 quando il professor Patrick Brown, docente di biochimica alla Stanford University School of Medicine diede vita alla prima ‘carne-non-carne’.

L’accademico, al tempo stesso fondatore e Ceo di Impossible Foods, realizzò la prima carne sintetica con soia e patate ma dal sapore e dall’aspetto in grado di replicare la reale carne.

L’obiettivo del suo creatore, vegano convinto, era quello di diffondere una nuova cultura incentrata sul non utilizzo di animali per la realizzazione di cibo, “per il bene della gente che del pianeta”.

Sul piano della qualità, i prodotti di Impossibile Food avrebbero, a detta dell’azienda, “livelli proteici uguali se non superiori rispetto a quelli della controparte animale, zero colesterolo, meno grassi saturi e assenza di antibiotici e ormoni”. Perchè, quindi, non dare una possibilità a questa alternativa sostenibile? E’ questo il quesito che da anni interessa l’Unione Europea, e che nelle ultime settimane ha acceso il dibattito anche nel nostro Paese.

L’Ue valuta il via libera alla carne sintetica

Carne sintetica, fonte foto Il Sole 24 Ore
Carne sintetica, fonte foto Il Sole 24 Ore

Le parole del portavoce della Commissione Ue, Stefan De Keersmaecker, hanno lasciato intendere quali sono le intenzioni per il futuro sul piano dei “novel food”. Non solo insetti commestibili, ma anche le bistecche realizzate in laboratorio potrebbero approdare sui tavoli di Bruxelles.

A contribuire ad accelerare l’attenzione dell’Europa sulla carne sintetica o coltivata, ci ha pensato il via libera della Food and drug americana alla carne di pollo prodotta in laboratorio.

Mentre la stima sulla produzione di carne in vitro a livello globale riferisce numeri da capogiro (si prospetta al 2030 un aumento fino a 2,1 milioni di tonnellate), l’Ue valuta in maniera concreta le potenzialità di questa carne alternativa e più sostenibile.

Ciò che De Keersmaecker ha lasciato intendere è che nei mesi a venire la richiesta di produrre altri “novel food” che andranno ad aggiungersi agli insetti e alghe commestibili ed alla carne sintetica potrebbe arrivare molto presto al vaglio dell’Ue.

Quali sono le condizioni che devono soddisfare affinché ciò sia fattibile? Due in particolare, ovvero la corretta etichettatura e la sicurezza alimentare.

La carne sintetica non è ancora presente nella lista ufficiale dei novel food autorizzati dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), ma dal momento in cui è stata avanzata tale possibilità, si è acceso il dibattito tra i lavoratori del settore agricolo e non solo. Anche la politica, inevitabilmente, si è schierata in maniera netta.

Questione sicurezza

La questione sicurezza sarà determinante nella decisione finale da parte dell’Unione Europea rispetto alla scelta di procedere al via libera alla produzione di carne realizzata in laboratorio.

Ad esprimersi sulla questione, come riportato da AboutPharma, è stato Luciano Conti, professore di Biologia applicata dell’Università di Trento, il quale ha riferito: “Il processo di produzione della carne colturale è altamente controllato. Si tratta di sostanze che, anche quando sono prodotte artificialmente, riproducono molecole naturalmente presenti nell’organismo. Credo che la carne colturale possa essere più sicura di quella proveniente dagli allevamenti intensivi perché abbatterebbe il rischio della proliferazione di patogeni ma anche l’uso di antibiotici e steroidi”.

Tuttavia, lo stesso esperto ha sottolineato come il processo di realizzazione della carne sintetica non sia al momento proponibile su scala industriale a causa dei tempi e dei costi ancora particolarmente elevati.

Ma quindi, chiarita la questione sicurezza, quando potremmo trovare concretamente la carne sintetica sugli scaffali dei supermercati d’Europa e d’Italia? Ad oggi è una possibilità lontana, o comunque non concretizzabile nel 2023. Attualmente, solo in due posti al mondo è possibile gustare la carne sintetica seduto al tavolo di un ristorante, ovvero in Israele ed a Singapore.

Chi è contrario

Carne coltivata, fonte foto Focus.it
Carne coltivata, fonte foto Focus.it

Il dibattito relativo all’uso della carne sintetica è tuttora accesissimo. Se, infatti, da una parte c’è chi ne sostiene l’utilizzo come valida alternativa sostenibile all’impiego di proteine animali, dall’altra c’è chi è ancora restio al suo impiego alimentare. “La carne sintetica va nella direzione opposta a quella che è la nostra idea di cibo, basata sulla valorizzazione delle nostre produzioni agricole e zootecniche, simbolo di alta qualità e identificative dei territori e delle tradizioni nazionali”: ad affermarlo è stato il presidente di Cia-Agricoltori Cristiano Fini. “Al momento c’è il rischio concreto che l’agricoltura venga ridimensionata con ovvie conseguenze sulle aree interne con il progressivo abbandono dei territori”, ha aggiunto.

A preoccupare ulteriormente Cia, sono stati i dati dello studio di Nomisma elaborato in occasione della conferenza e che vede laboratori e start up di carne sintetica passare da 13 a 117 in sei anni, dal 2016 al 2022.

Anche Coldiretti ha espresso qualche titubanza: “Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione con abili operazioni di marketing”, aveva sostenuto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, dando battaglia a quella che è stato ribattezzato “cibo Frankenstein”.

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