Dopo l’ok da parte dell’Unione Europea alla vendita di prodotti a base di farina di insetti, molto presto potrebbe arrivare sulle nostre tavole anche la carne sintetica. Già nel 2023 potrebbe arrivare il via libera dell’Ue alla vendita di tale prodotto. Prima di giungere nei nostri piatti, tuttavia, le bistecche realizzate in laboratorio dovranno seguire il medesimo iter di approvazione seguito dagli alimenti a base di insetti.
Solo dopo l’autorizzazione della Commissione Ue ed il parere favorevole dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), si potrà ipotizzare un possibile via libera da parte di Bruxelles alla produzione, vendita e commercializzazione di carne sintetica in Europa. Siamo davvero di fronte al nuovo cibo del futuro?
Cos’è la carne sintetica
Viene definita carne sintetica (o artificiale) il risultato di un processo di coltivazione cellulare realizzato in laboratorio su cellule animali staminali.
Non si tratta affatto di un prodotto vegano ma la carne sintetica – nota anche come carne pulita – viene creata completamente in laboratorio.
Le cellule staminali prelevate da animali vivi (ma senza arrecare loro alcun dolore), vengono moltiplicate in vitro o in bioreattori. Il risultato finale è una carne che, almeno in teoria, dal punto di vista delle proprietà organolettiche e nutrizionali dovrebbe essere identica alla tradizionale carne di origine animale.
In realtà però, sarebbe ancora troppo presto per fornire delle risposte precise sulle proprietà biologiche e nutrizionali, così come anche sulla consistenza e sul sapore, dal momento che si tratta di una tecnologia ancora in fase di sviluppo.
Non sarà del tutto scontato, dunque, trovarsi di fronte alla medesima consistenza ed allo stesso gusto della carne tradizionale.
Restano incerti ad oggi anche gli effetti sulla salute umana nel lungo termine.
Un’alternativa agli allevamenti intensivi?
Non sappiamo ancora se la carne sintetica, così come accaduto per gli insetti commestibili, diventerà il nuovo cibo del futuro. Indubbiamente si pone, insieme a grilli e cavallette, tra le possibili fonti alimentari più discusse.
La popolazione mondiale, secondo le ultime stime, nel 2050 sarà pari a dieci miliardi di persone. Di fronte a tale cifra, pensare che il pianeta potrà sfamare tutti si pone come una vera e propria utopia. Anche per tale ragione, da alcuni decenni si stanno sperimentando metodi alternativi incentrati su alimenti destinati al consumo umano abbinati al tempo stesso alla necessità di trovare fonti più “sostenibili” possibili. Tra queste alternative si pone anche la carne sintetica.
La carne sintetica potrebbe diventare anche una alternativa agli allevamenti intensivi, al tempo stesso nemici del clima. Quando si parla di “allevamento intensivo”, il riferimento è a quella pratica sempre più diffusa, che tende ad ottenere il massimo rendimento al minor costo ed in tempi ridotti. Questo ha portato alla nascita di vere e proprie fabbriche di animali in cui ogni fase dell’allevamento è automatizzata e standardizzata.
Attualmente si stima che la produzione annuale di carne si aggiri intorno ai 350 milioni di tonnellate. Indipendentemente da osservazioni di natura prettamente etica, gli allevamenti intensivi sono i principali nemici dell’ambiente e del clima.
Per far fronte a questo problema, negli ultimi anni sono numerose le aziende e gli scienziati che hanno cercato in maniera concreta soluzioni ed alternative. Al fine di ridurre le emissioni di gas serra, potrebbe essere utile ridurre il consumo di carne o traghettare in maniera graduale verso una alimentazione vegetale o in provetta (carne sintetica). Quest’ultimo settore va particolarmente a rilento a causa degli elevati costi di produzione, ma i risultati finora registrati appaiono positivi: si stima che in appena due mesi sia possibile produrre fino a 50 mila tonnellate di carne, prelevando almeno dieci cellule muscolari animali.
Sul piano ambientale questa alternativa rappresenta il futuro: la carne sintetica nel breve termine porterebbe a produrre appena il 4% di gas serra, con una riduzione dei consumi energetici di circa il 45%.
Pro e contro
Quali sono i pro ed i contro del consumo di carne sintetica? Ad oggi è difficile dire come si evolverà in futuro e quanta carne sintetica mangeremo nei prossimi anni, ma non è da escludere che questo prodotto possa entrare nella nostra dieta. Con la popolazione in costante crescita, infatti, non sarà possibile soddisfare la domanda di proteine di tutto il pianeta, dal momento che il consumo di acqua e di terreni sarebbe insostenibile.
Sicuramente possiamo riscontrare diversi vantaggi dal consumo di carne sintetica, a partire da un grande risparmio di acqua (uno studio stima circa l’82%) e di terreni utilizzati per l’allevamento (99%). Per non parlare poi degli aspetti prettamenti etici, dal momento che la produzione di questo prodotto non l’uccisione di animali.
Non mancano tuttavia i contro, a partire dai costi, al momento per nulla competitivi (ad oggi si parla di circa 80 euro al chilo).
Se il mercato dovesse estendersi, inoltre, potrebbe comportare problemi di inquinamento del suolo, a causa delle importanti quantità di sostanze chimiche, ormoni e fattori di crescita impiegati per la coltivazione delle cellule.
Inoltre, a farne le spese potrebbero essere gli allevatori sostenibili già ampiamente penalizzati dal mercato.
Mancando la parte grassa tipica della carne da allevamento, inoltre, quella sintetica non potrà mai avere il medesimo sapore. C’è poi un problema del tutto culturale, dal momento che i novel food possono generare repulsioni e timori. Tra questi ultimi, quelli relativi all’impatto sulla salute, sull’economia e sull’ambiente.
Gli studi
Il dibattito relativo al consumo di carne sintetica come alternativa sostenibile rispetto alla tradizionale carne è ancora accesissimo. Dopo l’approvazione della carne sintetica da parte dell’FDA negli Stati Uniti ci si interroga sul futuro in Europa. Ma cosa dicono gli studi in merito?
Una ricerca condotta in Finlandia ha concluso che la carne sintetica, ed in generale i novel food, tra cui gli insetti edibili e le alghe commestibili, rappresentano alternative più sostenibili rispetto al tradizionale cibo delle diete europee.
La stessa ricerca dell’Università di Helsinki e che trova spazio su Nature Food, sottolinea come questo nuovo prodotto aiuterebbe a risparmiare emissioni di carbonio, acqua e terreni.
Lo studio ha dimostrato come l’impatto ambientale potrebbe diminuire di oltre l’80%, inoltre i novel food fornirebbero una maggiore varietà di nutrienti essenziali rispetto a una dieta vegana o vegetariana.
“Carne coltivata”: il via libera negli Usa
La Food and Drug Administration (FDA) negli Usa ha dato il suo via libera al primo prodotto a base di carne coltivata (pollo prodotto in laboratorio). Era il 16 novembre quando in un comunicato annunciava “di aver completato la nostra prima consultazione pre-commercializzazione di un alimento umano ottenuto da cellule animali coltivate”. Dopo le attente valutazioni relative alle informazioni presentate da UPSIDE Foods, ha deciso di dare l’ok al prodotto, considerandolo sicuro al pari della tradizionale carne.
Prima di approdare sul mercato, tuttavia, tale prodotto dovrà superare un altro importante step: “anche la struttura in cui viene prodotto deve soddisfare i requisiti applicabili del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) e della FDA”, precisa l’agenzia.
Oltre ai requisiti della FDA, infatti, “lo stabilimento di produzione necessita di una concessione di ispezione da parte dell’USDA-Food Safety and Inspection Service (FSIS) per le porzioni di raccolta e post-raccolta e il prodotto stesso richiede una certificazione USDA segno di ispezione”.
La reazione dell’Italia
Il nostro Paese si è mostrato sin da ora per nulla pronto ad accogliere nel piatto carne sintetica o artificiale. Ad oggi si stima che il 95% degli italiani sia poco propenso al consumo di tale prodotto, ma in futuro tale percezione potrebbe cambiare. Per qualcuno si tratta di una vera e propria “follia”, al punto che il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha assicurato in merito: “Lo contrasteremo in ogni modo”.
In occasione del convegno “Frankenstein nel piatto? Il cibo sintetico la nuova minaccia” organizzato dalla Coldiretti, Lollobrigida ha ritenuto il cibo sintetico l’esatto contrario di “buon cibo”. “La produzione di cibo in laboratorio cancellerebbe la nostra economia sostenibile, il nostro modo di vivere e la nostra civiltà”, ha infine concluso.